357 – Grazzini/Grazzini

Dal Bivacco Grazzini al Bivacco Grazzini attraverso i laghi di Ravenola (n° 357)

 

DESCRIZIONE SENTIERO

A pochi metri dal bivacco Grazzini un palo segnaletico con frecce ci invita a scendere, seguendo una traccia tra due ali di roccioni.
Ci si immette, così, in un pascolo erboso dominato in estate da fioritura di eriofori (Eriophorum vaginatum), di rododendri (Rhododendrum ferrugineum), di giunchi (Juncus alpino – articulatus e Juncus trifidus), di mirtilli (Vaccinium myrtillus e Vaccinium uliginosum) oltre a carici e graminacee di varie specie.
Questa presenza vegetazionale segnala il fatto che si sta camminando su un terreno acido e torboso; infatti si attraversano più volte, su ampie ed affioranti bancate silicee, ruscelletti in ordine sparso.
Dopo circa una decina di minuti, laddove il pascolo degrada significativamente, ci si lascia guidare dai segni bianco-rossi del CAI, tenendo come riferimento un sentiero ben marcato che si insinua tra i rami contorti degli ontani verdi (Alnus viridis).
Dinnanzi a noi si apre la suggestiva Val Grigna, paradiso incontaminato che è sotto tutela dell’Ersaf come area Vasta.
Compiuto un buon tratto in rapida discesa in mezzo al cespuglieto, si raggiunge un pianoro pascolivo. Lo si attraversa mantenendosi ai piedi del pendio che qui vi degrada, fino ad intravedere più in basso Malga Craparo di Mezzo (m 1871).
Il sentiero la raggiunge transitando tra enormi massi caduti dal versante della montagna sovrastante.
In estate, nonostante l’impegno per la manutenzione profuso dai soci della sottosezione CAI di Collio V.T., la traccia scompare tra le grosse e carnose foglie del romice alpino (Rumex alpinus) e di tutte quelle specie nitrofile che qua furoreggiano, dato il lungo stazionare del bestimae all’alpeggio.
Sono diffuse, infatti, il farinello (Chenopodium bonus – henricus), l’ortica (Urtica dioica), il veratro (Veratrum albus), il senecio (Senecio gaudini). Queste specie innalzano le loro colorate corolle sulla distesa erbosa delle carici e delle graminacee.
A lato della malga un palo segnala che, mantenendosi pressoché in quota, deve risalire la Val Grigna da ovest ad est.
Si rimane a lungo immersi in rade abetaie (Picea excelsa) e lariceti (Larix decidua). Il cespuglieto è dominato da ginepro nano (Jumperus nana), rododendro (Rhododendrom ferrugineum) e mirtillo (Vaccinium myrtillus).
Quando si raggiunge uno spiazzo a torbiera vale la pena soffermarsi un poco e gustare la presenza della flora che abbisogna di un terreno così speciale per potersi imporre.
Si osserveranno, in particolare, le calde corolle gialle della Caltha palustris, quelle piccole e bianche di Saxifraga stellaris, quelle violette di Pinguicula leptoceras. In particolare è da ricordare che tra l’ampio insediamento di muschi e licheni, affonda il suo sottile apparato radicale la specie carnivora denominata Drosera rotundifolia.
Si prosegue ancora con qualche saliscendi di poca entità fino a raggiungere un pianoro da cui ci appare in lontananza Malga Ravenola Vaga (m 1880) che campeggia nell’ampio pascolo e dove la Bruno alpina trova un habitat ideale per il suo alpeggio. Raggiunta tale malga ottimamente ristrutturata e lasciatala alle spalle, si cammina,ora, su una comoda stradina, raggiungendo in salita i Laghetti di Ravenola (m 1943 e m 1920).
Sono due gioielli incastonati nella alta Valle Grigna che invitano l’escursionista ad una breve sosta sulle sue sponde e da dove ogni tanto è possibile vedere una trota uscire dal pelo d’acqua per compiere acrobazie.
Infatti, a lato del lago superiore, sorge la costruzione del custode, dato che in questo laghetto si può praticare la pesca sportiva alla trota, assai rara da praticare a questa quota.
Ripreso fiato, si percorre l’ultimo tratto di salita, compiuto il quale ci si innesta sulla strada asfaltata proveniente dal Passo Maniva.
Qui si presentano due possibilità: inserirsi, poco dopo, nel 3V alto e ritornare al Bivacco Grazzini, passando per Cima Dasdana (m 2191), oppure raggiungere con il 3V basso il Pian delle Baste (m 2097) ed il Goletto di Cludona (m 2031) per raggiungere, infine, col sentiero CAI il bivacco stesso.

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