Sentiero “Perlasca”

Sentiero “Brigata Fiamme Verdi – Giacomo Perlasca”
Il sentiero è uno dei più impegnativi della serie degli Itinerari escursionisti dedicati alla Resistenza bresciana essendo lungo ben 40 km circa ed è quindi consigliabile dividerlo in due parti.
Lungo il cammino si incontrano luoghi dove vi furono dei caduti: il Casinello di Paio Alto, dove venne barbaramente trucidato inerme e già ferito Amerigo Bagozzi e Presegno dove medesima sorte toccò a Giovanni Garzoni.
Sebbene questa escursione si snodi nei territori di due comuni, Pertica Bassa e Lavenone, è opportuno intraprenderla da Forno d’Ono (m 507).

Descrizione
La prima tappa, di circa 24 km, in otto/nove ore di cammino, porta alla Capanna Tita Secchi ed a cima Caldoline. La parte finale ricalca l’itinerario seguito dai partigiani della Perlasca, quando, durante l’inverno 1943/44, accompagnavano i prigionieri alleati che, attraverso il Maniva – Dasdana – Valle della Grigna – Bienno, erano poi avviati in Svizzera.
Si intraprende la vecchia mulattiera che conduce ad Avenone-Villa(m 775), dove c’è un monumento-fontana del prof. Dimitrije Paramendic di Zagabria (dono di ex prigionieri Slavi).
Si segue poi una stradina semicarrozzabile che, attraverso Dase (m 837), porta alle case di Sar (m 985); a destra si gira su Saneghe (m 980); da qui, per una stradina forestale aggirante a sinistra e guadato il torrente Glera, si perviene alla diroccata cascina La Cagna (m 1190). Si prosegue, poi, sopra i ghiaioni del Tigaldine fino alla meravigliosa zona di Frondine. (quota 1420 m).
Si riparte percorrendo diagonalmente, verso sinistra, il declivio erboso della omonima malga per inoltrarsi su un nuovo sentiero in un attraente bosco al termine del quale, per scoscese radure, si raggiunge Malga Baret (m 1580) per finire, con un ulteriore sforzo, al Passo di Pezzeda Mattina (m 1613). Proseguendo ad est, su falsopiano, unitamente ai sentieri Brigata Margheriti e 3V Silvano Cinelli che provengono entrambi da Pezzeda Sera, si giunge al Passo di Prael (m 1710), dal quale, come per il 3V si può decidere se salire sulla Corna Blacca o se proseguire sulla variante bassa.
Entrambe le scelte portano infine alla capanna Tita Secchi dove si può eventualmente pernottare oppure, con una soluzione meno spartana recarsi ad uno degli alberghi del Maniva.
Per affrontare il rimanente tratto di percorso non sarà necessaria una levataccia, poiché, tranne i 300 m di dislivello in salita che dividono Vaiale dal Passo della Croce, si possono coprire, in circa 5 ore, i 16 km, di quasi tutta discesa, che concludono la seconda tappa.
Dal Passo Portole, dove è anche segnalata la variante facoltativa della Zerna che dalla conca della Malga Dosso Alto e Passo della Berga conduce a Vaiale (m 950), si percorre a ritroso la mulattiera, sulla quale si è camminato per circa 300 m, e si infila il sentiero che scende al Casinello di Paio Alto, detto anche “solitario” (m 1550), sulla cui facciata una lapide ricorda Amerigo Bagozzi.
Muove da qui, verso sud-ovest, la variante segnalata fino al trivio nei pressi del Cuel de Silvì, da cui si diramano quelle non segnalate per il Goletto di Sacù (difficile), per Gardo e Selva (facili) e, quindi, per Vaiale o Presegno o Passo della Croce.
Si procede ancora a ritroso per una cinquantina di metri e ci si immette sul poco marcato sentiero che, passando sotto il casone-stalla distrutto per la caduta di un masso, conduce, in ripida discesa, alla cascina vera e propria di Paio (m 1245); di qui, su ottimo sentiero, si sbuca in località Vaiale.
La variante della Zerna confluisce anch’essa su questa strada, 200 m più a est.
Da questo punto, scostandosi dal sentiero, è possibile, in 15 minuti, raggiungere l’albergo Piccole Dolomiti Bresciane, collegato dalla carrozzabile proveniente da Lavenone e Presegno. Da Vaiale, lasciata la quasi impraticabile strada (accessibile solo a trattori) indicata come eventuale variante in ragione della bella località di Malga Gardo (m 1205), a sinistra, ci si inoltra in un magnifico bosco, sulla vecchia mulattiera che, in leggera salita, conduce al caratteristico Presegno (m 1000).
Attraverso confortevole strada si raggiunge la pittoresca Bisenzio (m 1062).
Da questa zona muove un’altra variante segnalata; tutta in terra battuta, tocca le località Zenofer (Zen) e della Passata e raggiunge la frazione Beata Vergine di Ono Degno. Per il sentiero, invece, fra prati e al limitare di una bassa vegetazione, passando nei pressi delle caratteristiche cascine di Piazzole, si sale al Passo della Croce e, poi, in tutta discesa, attraverso Paghera si è in quel di Ono Degno, per calare infine su Forno d’Ono, attraverso verdi prati e una percorribile mulattiera.
[tratto da “Sui Monti ventosi – Itinerari escursionistici sui sentieri della resistenza Bresciana – Edizioni Ramperto]

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