Trekking Grande Guerra
Trekking della Grande Guerra
Percorso nr.1
Percorso 1 : Piazzale Maniva – Cima Dosso Alto (sentiero 3V diretta) – discesa sentiero Cai Bagolino nr 407 – vista trincee di Malga Ciunela – Malga Dosso Alto – Cima Caldoline – Passo Portole – Passo Dosso Alto – Corne Stabol – Piazzale Maniva (Rosa).
Variante lunga: Cima Caldoline – Rifugio Rosa di Baremone – forte di Cima Ora.
Percorso nr.2
Percorso 2 : Piazzale Maniva – strada per la Croce – Bonardi – sentiero 3V – statale – strada “recuperata” – statale – Calve Zocchi – Dasdanino – piazzale Cici – salita Dasdana – prima postazione – seconda postazione – Cima Colombine – Zete – casermone – discesa statale – risalita strada Cuta – strada “tagliata nella roccia” sotto Dasdanino – ridiscesa strada Cuta – rientro piazzale Maniva.
Variante Sette Venti: piazzale Cici – statale – Giogo Bala – Pes Ocia – Giogo Bala – Sette Venti – caserma Giogo Bala – rientro
Con questo trekking, seguendo ora il 3V, ora i sentieri del CAI, ora le ex strade militari, è possibile transitare accanto a tutti quei manufatti e/o strade che costituivano la terza linea del fronte nella guerra 15/18.
Si tratta di ripercorrere quello che, durante il corso della prima guerra mondiale, costituiva parte del reticolo viario che collegava la terza linea difensiva dello schieramento italiano contrapposto all’esercito austro-ungarico; non vi sono quindi imponenti opere di fortificazione o marchingegni bellici particolari, come invece è possibile reperire sull’Adamello o negli altri luoghi di prima linea dove lo scontro è stato reale e cruento, ma interessanti opere di ingegneria viaria, depositi di munizioni in grotta e strutture trinceali che ospitavano postazioni di osservazione e di artiglieria.
[Belotti: dallo stelvio al Garda]
Descrizione:
Base di partenza per queste escursioni è indifferentemente il Piazzale del Maniva o il Ristorante Bonardi.
La prima conduce nella zona del Dosso Alto che si risale percorrendo la variante alta del 3V (attenzione è per alpinisti). Sulla destra si trova un profondo pozzo la cui destinazione bellica è ignota. Giunti sulla cima, poco sotto a sinistra, sono visibili i resti di una baracca. Il panorama sulle valli Giudicarie è stupendo ed è possibile intravedere a sud-est il Forte di Cima Ora che occupa, con la sua mole, la sommità della montagna.
Da qui si scende il crinale (sentiero nr 407 del CAI di Bagolino) che conduce alla Malga Ciunela, dove le trincee poste su più ordini ed in parte blindate e le grotte per le munizioni sono ancora in ottimo stato. Gli appostamenti per le mitragliatrici per l’azione frontale e di fiancheggiamento in cemento armato. sembrano da poco costruite.
Dopo aver visitato le opere militari si imbocca il sentiero, anche questo di origini militari (lo si nota dal suo percorso che segue le linee di livello) che conduce alla Malga Dosso Alto, da dove, attraversata la strada del Baremone e risalito il pendio di fronte si giunge a Cima Caldoline.
Qui inizia la “strada dei soldati” (ora è il 3V) che tagliando la Corna Blacca sul versante Triumplino giunge a passo Pezzolina (vedi: strade militari). I tornanti sotto Passo Portole, che segnano l’inizio di tale sentiero, sono ancora quelli del periodo militare.
Come variante, dal Passo Portole è possibile scendere per Anfo. Si consiglia, se la gamba non è buona, di utilizzare l’automobile o la bicicletta e dirigersi al rifugio Rosa di Baremone da dove in poche decine di minuti si sale al Forte di Cima Ora (vedi: definizioni e curiosità).
Il fortilizio è collocato in posizione dominante sul dosso di quota 1548, più a nord della Cima Ora che sovrasta direttamente il Passo del Maré, raggiungibile da questo con un percorso in leggera pendenza che aggira la cima stessa e arriva al forte compiendo 5 tornanti. Dalla sommità si ha una meravigliosa vista sul lago d’Idro. Durante la traversata di questa stupenda strada (si transita anche attraverso due belle gallerie) in fondo, in direzione sud, si intravede il forte di Valledrane (Tremosine) che con il Cima Ora costituiva la difesa in caso di sfondamento della Valle Sabbia. Curiosità: entrambi i forti non furono mai utilizzati.
Il ritorno al Maniva può avvenire attraverso la strada del Dosso Alto (in dialetto: corne de stabol). Nei giorni festivi tale tratto è percorso da innumerevoli persone a passeggio che si godono la magnifica vista dell’alta Valle Trompia.
Ritornati al piazzale del Maniva è possibile affrontare la seconda parte dell’escursione. Si risale poco dietro l’albergo Dosso Alto percorrendo la strada che conduce alla croce, dove si trovano trincee (poco sotto la croce verso il piazzale) e la postazione del cannone in fianco alla croce stessa. Molte trincee erano ancora visibili prima che la realizzazione negli anni 70 del piazzale sacrificasse tali ricordi.
Giunti al Bonardi (un tempo caserma del 77° reggimento) si imbocca il sentiero che dal retro rimonta alla statale, ex sentiero militare ed ora 3V. Percorsa la statale per poche decine di metri si devia a sinistra immettendosi sulla vecchia statale ormai abbandonata ma ottimamente recuperata (c’è una sbarra). Tale tratto di strada può rappresentare una buona passeggiata anche per i “non escursionisti”, in quanto adatta anche a famiglie con passeggino. E’ veramente facile e consente di vedere intatta una strada del periodo bellico. Una volta percorsa tutta si rimonta, con un dislivello di circa 50 mt, sulla strada statale (non esiste sentiero) e quindi i “passeggini” devono ritornare sui propri passi.
Scesi di poche decine di metri lungo la strada dove si nota sulla destra l’ottimo punto panoramico attrezzato con alcuni tavoli e panchine, si abbandona la strada asfaltata e si sale a sinistra seguendo i segnali bianco/azzurri del 3V lungo tutto il pendio (la cosiddetta Calve dei Zocchi). Attraverso successive ondulazioni si raggiunge la rotonda e panoramica sommità del Dasdanino (piazzole di artiglieria), un dosso non indicato sulle carte topografiche ma ben conosciuto dagli sci alpinisti. Discendendo il colle è possibile scorgere a sinistra, sporgendosi verso Collio, il tratto di strada ricavato nella roccia con scavo anche di 3 – 4 metri che verrà percorsa al ritorno. Si segue ora la statale (a destra) fino al piazzale “del Cici” (parcheggio utilizzato da chi scende ai sottostanti laghetti per la pesca sportiva).
Variante Pes dela Ocia Sette Venti
Dal piazzale del Cici, percorsa la strada per 200 mt, si scorge sul muro di contenimento a sinistra la lapide del 77° fanteria e poi, dopo essere transitati sotto i radar, si giunge all’incrocio dove si stacca la strada che conduce al Dosso dei Galli.
Sulla sinistra si imbocca il sentiero (ex strada militare) che conduce alla cima del colle (Pes dela Ocia) sormontato da una croce posta dai Biennesi nel 1966 (vi si legge l’iscrizione: Illumina o croce i tempi a venire di vera pace. Nell’anno della fede 1966 devoti biennesi posero). Si ridiscende al Giogo dela Bala e una volta attraversatolo, nella parte nord del pianoro, ha inizio la strada per i Sette Venti (anche questa una ex strada militare) che conduce agli appostamenti di artiglieria e ai trinceramenti predisposti per battere le provenienze dalla valle del Dasdana e Vaia.
L’inizio dell’ascesa è caratterizzato da un tornante che rappresenta un esempio significativo di opera di ingegneria militare. La salita ai Sette Venti è agevole e nel ridiscendere sui nostri passi è possibile fare una capatina alla caserma del Giogo dela Bala, ormai ridotta ad un unico cumulo di pietre (ricovero capace di 250 uomini) che si trova due tornati sotto la cappella di Grapa de Vaia. Nel tratto di congiungimento fra 3V e N. 1 si trovano altre trincee.
Riprendendo ora la descrizione del percorso normale, interrotto al piazzale “del Cici”, si risale a sinistra, percorrendo un sentiero ottimamente tracciato ma non segnato, e si giunge in vetta al Dasdana, dove si incontrano due vecchie postazioni di artiglieria difese da trincee in pietra. Poco Sotto la cima del Dasdana si incrocia la strada militare staccatasi dalla Statale n. 345, poco prima del Pian delle Baste (al di sotto si intravede il Casermone) e si prosegue sul crinale per giungere, dopo le “Tre Colombine”, sulla Cima (è il 3V alto).
Il punto culminale è occupato da una larga piazzola d’artiglieria, contornata su tre lati da muretti a secco e dotata, nella parte centrale, di un rialzo di 50 cm dove veniva collocato il pezzo. Dalla vetta del monte Colombine, dalla quale è possibile osservare da posizione privilegiata i laghetti di Ravenola, ci si dirige verso la carrareccia delle Sette Crocette utilizzando un altro tratto di vecchio sentiero-strada militare che scende con un caratteristico zigzagare chiamato “Le Zete”. Incontrato il 3V si presentano due alternative: ritornare verso il Pian delle Baste, visitare il Casermone e proseguire sulla statale oppure svoltare a destra per le Sette Crocette.
Nel primo caso, dopo la visita al Casermone (eventualmente dopo essersi fermati al punto di sosta panoramico e per picnic posto in fianco ai ruderi e aver letto la descrizione del Casermone riportata su cartelli predisposti dalla comunità montana) si raggiunge la strada asfaltata e la si percorre per circa 200 metri svoltando quindi a sinistra dove inizia un’altra strada Militare, già intravista passando sopra al Dasdanino. Si tratta di una strada intagliata, nella sommità, nella roccia e in grado di fornire in guerra un’ottima copertura nel caso in cui il luogo fosse divenuto prima linea. In fondo ad essa, tre gradini di pietra consentono poi di scendere sulla statale da dove, in basso, è possibile vedere la cascina della Cuta. Si prosegue sulla strada fino al punto panoramico trovato in precedenza e si incrocia il 3V, seguendo il quale, a ritroso, si giunge al Bonardi o al piazzale del Maniva.
La seconda alternativa ci porta alle Sette Crocette. Poco oltre il bivio citato si trova una fontanella inserita in uno dei muretti a secco di recente realizzazione, da cui sgorga una deliziosa acqua (acqua della diavola); poco oltre il Goletto di Cloduna (inizio del sentiero per il Grazzini), quando la strada si restringe per divenire un comodo sentiero, ci si imbatte nel “Posa dei soldati” (struttura in pietra a secco amabilmente ristrutturata); ancora pochi minuti di strada e si giunge al passo delle Sette Crocette (2.041 m/slm).
Dal “Posa dei soldati” è possibile scendere a Collio per la ex mulattiera militare delle Pofferatte e/o raggiungere Malga Mesorzo, da dove, utilizzando il sentiero 355, si giunge a Collio. La vista sulla sottostante valle di Serramando è imponente, così come quella, più giù, sulle innumerevoli cascine che punteggiano i prati verdi ed ordinati o ancor più lontano sui tetti rossi del paese di Collio. Per chi è Scialpinista esperto tale sentiero può essere percorso anche d’inverno.
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